Le torri di Madonna Bianca

“Il quartiere è caratterizzato dalla presenza di diversi palazzi, noti ai più come le “Torri di Trento”, ben distinguibili da tutte le zone della città poiché alte 13 piani,[4] costruiti negli anni Settanta e Ottanta. Due dei progettisti, l’architetto Marcello Armani e l’ingegner Luciano Perini, hanno partecipato alle festa dei 40 anni delle Torri nel 2015.[5] Il terzo progettista è l’architetto Efrem Ferrari.” (Wikipedia)

(Fotografie scattate con Pentax LX e Yashica T3; pellicola Ilford sviluppata DIY con procedimento Caffènol)

La partita

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Dietro il campanile, chiuso tra quattro muri che lo rendono quasi invisibile, circondato da condomini con i panni stesi alle finestre, si nasconde un campetto da calcio dove il tempo pare essersi fermato.

E’ un piccolo club cittadino, dove abbiamo deciso di mandare nostro figlio di sette anni perché venga iniziato alla nobile arte del calcio.

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Il mio quartiere

 

[foto scattate con Agat 18, Trento, ottobre 2018]

Agat 18

Gambe/paletò/autunno

E’ arrivato l’autunno, sbrigatevi gambe a portarla al sicuro dal primo, piccolo  freddo che ne annuncia già un altro. Appoggiati, mantello leggero, sulle sue gambe ancora nude con gesto elegante.

[Agat 18, Trento, ottobre 2018]

Pianosa e la metafora del carcere applicata all’oggi

 

Per arrivare a Pianosa, l’isola-carcere, si parte dall’Elba, da Marina di Campo, con un battello di solito pieno di gente. Le visite sono obbligatoriamente da svolgere con le guide, mentre è permesso passeggiare liberamente tra le casette in rovina del paesello abbandonato e fare il bagno nelle acque cristalline che lambiscono la spiaggia vicina al porticciolo.

L’immagine del lungo, inquietante muro del carcere speciale voluto da Dalla Chiesa per rinchiudere i terroristi degli “anni di piombo” desta nel pellegrino acute riflessioni.

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Cinque consigli per aspiranti fotografi analogici

Per risparmiare e divertirsi, dall’acquisto allo sviluppo

La mia Bessa T con finder a torretta e obiettivo Minolta Rokkor 40mm

Chi l’ha detto che la fotografia analogica è complicata e costosa? Al contrario, scattare con vecchie macchine fotografiche su pellicola può essere molto divertente, istruttivo e dare risultati sorprendenti con un investimento iniziale moderato. Inoltre la fotografia analogica ci permette di organizzare (quasi) tutta la “filiera” in casa, dallo scatto allo sviluppo dei negativi alla stampa in analogico (per chi ha la camera oscura) o in digitale. Questo significa avere il controllo su tutto il processo creativo, dalla preparazione dello scatto allo sviluppo dei negativi. Perché la fotografia analogica è questo: immaginazione e controllo, previsione e creatività.

I consigli che seguono sono frutto della mia esperienza di fotografo (super) amatoriale, sono quindi opinabili, criticabili e soggettivi, ma forse possono aiutare chi vuole lanciarsi nella riscoperta della fotografia analogica a orientarsi in questo mondo temibile, dove i “professori” che sanno tutto di tutto hanno a disposizione uno strumento temibile, Internet, attraverso il quale dispensano il loro sapere spesso con modi poco coinvolgenti per il neofita, che si sente respinto dal tecnicismo e dal gergo specialistico.

E allora iniziamo.

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Anzitempo

 

La bambola

dai capelli biondi

giace

ai margini

dello scatto,

un corpo in movimento

fugge dalle cure

materne

dovute

anzitempo.