Lavis d’inverno

Lavis la sera, d’inverno, sembra un paese vuoto. Poca la gente per strada e anche le luci nelle case. Molti negozi hanno le serrande abbassate e l’impressione per il visitatore arrivato lì per caso è che Lavis sia svuotato, privo di energia, battuto dal vento freddo che soffia tra le strade strette del nucleo storico.
Passeggiata per immagini dall’Avisio alla parte più caratteristica del paese.

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Malcesine

Dei ritrovamenti nel 1924, di tombe e lapidi con iscrizioni latine inneggianti la dea Iside, designarono gli Etruschi come primi abitanti del luogo.

Probabilmente colonie provenienti dal sud e dirette verso le Alpi. Scavi singolari, camere sepolcrali edificate secondo abitudini etrusche, sono presenti anche nello scoglio sul quale si erge il castello. Forse da lì l’origine del nome. “Males scilices”, scoglio dei morti, è la definizione che l’arcidiacono Pacifico diede al paese nel 844 d.C.

“Un manipolo sparuto” – Terlago

Tredicesima partita
da “Il canzoniere”, Umberto Saba

Sui gradini un manipolo sparuto
si riscaldava di se stesso.
E quando
– smisurata raggiera – il sole spense
dietro una casa il suo barbaglio, il campo
schiarì il presentimento della notte.
Correvano sue e giù le maglie rosse,
le maglie bianche, in una luce d’una
strana iridata trasparenza. Il vento
deviava il pallone, la Fortuna
si rimetteva agli occhi la benda.
Piaceva
essere così pochi intirizziti
uniti,
come ultimi uomini su un monte,
a guardare di là l’ultima gara.

———

Un giorno di pioggia a Terlago per seguire il figlio su e giù per il campo a correre vanamente alla ricerca di un gol.