Le mie giostre

“Le mie prime due giostre erano un tiro a razzi e una giostrina per bambini senza motore, che facevamo girare a mano, poi in un secondo momento con un mulo. […] Fino agli anni settanta questo lavoro dava delle soddisfazioni: c’era la disponibilità di buone piazze e dunque la possibilità di guadagnare bene. Poi anche se mancava il fascino del mondo del circo, questo era un lavoro che permetteva di girare, e questo per me era una cosa molto importante.” (da “Strada, patria Sinta”, di Gnugo De Bar)

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