L’intenzione fa la buona foto

Figlia guarda Venezia dal vaporetto. Rollei 35

Riflessioni analogiche sulla pratica fotografica ai tempi del digitale

L’eterna controversia che vede su fronti opposti i fautori di una resistenza analogica contro la banalità del digitale nel campo della fotografia si tinge spesso di malinconia per i bei tempi andati, da una parte, e di adesione fideistica alle sorti progressive della tecnologia dall’altra.

Ma le argomentazioni degli uni e degli altri spesso peccano di superficialità: non è il mezzo, ma il suo uso che determina il risultato.

D’altra parte però il mezzo influenza a sua volta l’uso e il risultato è spesso viziato da un utilizzo poco cosciente del mezzo.

Da fotografo eternamente in erba, adepto del culto misterioso della fotografia analogica ma opportunisticamente conquistato a quello della fotografia digitale, ho riflettuto a lungo sul produrre immagini ai tempi della loro sovrabbondanza.

Per quanto mi riguarda sono giunto alla conclusione che la condizione necessaria per scattare una buona foto (digitale o analogica) sia l’intenzione.

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