La porta socchiusa – un documentario sull’emigrazione in Svizzera
Per molti anni mi sono concentrato nel mio lavoro di ricerca sull’emigrazione italiana in Svizzera, alla quale ho dedicato numerosi saggi e volumi.
Per la Fondazione Museo storico del Trentino ho dato vita a un progetto su questo tema che ha portato a un convegno internazionale i cui atti sono stati riuniti in un volume intitolato “Archivi migranti: tracce per la storia delle migrazioni italiane in Svizzera nel secondo dopoguerra” .
Il progetto prevedeva anche la produzione di sei brevi documentari dedicati alla emigrazione italiana e trentina a Winterthur, città svizzera poco distante da Zurigo e centro industriale di grande importanza. Il ciclo di documentari, andati in onda su History Lab, il canale TV del Museo storico del Trentino, si intitolava “La porta socchiusa”.
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La voce della lotta Sami per l’uguaglianza
Un vinile, un canto, una donna in lotta per il suo popolo
La voce nuda ha un potere di fascinazione immenso, soprattutto se è circondata da un sapore di antico, di popolare, di qualcosa che arriva da lontano e da non si sa chi.
Ascoltare questo genere di musica, spogliata di tutto, ridotta a un richiamo, a un ritmo, all’imitazione della natura può essere appagante quanto ascoltare gli accordi intricati del pianoforte in un brano jazz.
La differenza è che a produrre quei suoni non è uno strumento maneggiato da un musicista allenato ma una persona comune, che nel momento in cui canta, magari in modo impreciso un vecchio motivo, si carica di qualche cosa che rimanda a qualcos’altro; la sua è una voce distante che strappa al passato una piccola e modesta vibrazione per portarla qui, oggi, sul mio giradischi.
E’ una trance uditiva, un paradosso temporale che lega due momenti incommensurabili attraverso la trama di una voce.
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Trento, 3 maggio 2020, la città al sole
E’ il secondo giorno di quasi libertà, domenica 3 maggio 2020.
E’ una giornata bellissima e dopo più di un mese che non uscivo se non nei paraggi, per prendere sigarette e fare la spesa, posso camminare per la città, un passo davanti all’altro, con il respiro pesante della mascherina.
Lavis d’inverno
Malcesine
Dei ritrovamenti nel 1924, di tombe e lapidi con iscrizioni latine inneggianti la dea Iside, designarono gli Etruschi come primi abitanti del luogo.
Probabilmente colonie provenienti dal sud e dirette verso le Alpi. Scavi singolari, camere sepolcrali edificate secondo abitudini etrusche, sono presenti anche nello scoglio sul quale si erge il castello. Forse da lì l’origine del nome. “Males scilices”, scoglio dei morti, è la definizione che l’arcidiacono Pacifico diede al paese nel 844 d.C.
Non solo meli – Val di Non
Non c’è molto posto in Val di Non per qualsiasi cosa che non siano meli.
Ogni angolo di terra che riceve un po’ di sole è sfruttato per la produzione della mela golden; ogni angolo è sottoposto alla dittatura del profitto.
Fare i conti con il padre nello spazio
Bellissimo e malinconico, Ad Astra non è un film sulla conquista dello spazio ma sui rapporti tra gli esseri umani
Verona misteriosa
Conosco poco Verona ma ogni volta che ci vado mi dico che è una città bellissima.
“Un manipolo sparuto” – Terlago
Tredicesima partita
da “Il canzoniere”, Umberto Saba
Sui gradini un manipolo sparuto
si riscaldava di se stesso.
E quando
– smisurata raggiera – il sole spense
dietro una casa il suo barbaglio, il campo
schiarì il presentimento della notte.
Correvano sue e giù le maglie rosse,
le maglie bianche, in una luce d’una
strana iridata trasparenza. Il vento
deviava il pallone, la Fortuna
si rimetteva agli occhi la benda.
Piaceva
essere così pochi intirizziti
uniti,
come ultimi uomini su un monte,
a guardare di là l’ultima gara.
———
Un giorno di pioggia a Terlago per seguire il figlio su e giù per il campo a correre vanamente alla ricerca di un gol.