Per risparmiare e divertirsi, dall’acquisto allo sviluppo
Chi l’ha detto che la fotografia analogica è complicata e costosa? Al contrario, scattare con vecchie macchine fotografiche su pellicola può essere molto divertente, istruttivo e dare risultati sorprendenti con un investimento iniziale moderato. Inoltre la fotografia analogica ci permette di organizzare (quasi) tutta la “filiera” in casa, dallo scatto allo sviluppo dei negativi alla stampa in analogico (per chi ha la camera oscura) o in digitale. Questo significa avere il controllo su tutto il processo creativo, dalla preparazione dello scatto allo sviluppo dei negativi. Perché la fotografia analogica è questo: immaginazione e controllo, previsione e creatività.
I consigli che seguono sono frutto della mia esperienza di fotografo (super) amatoriale, sono quindi opinabili, criticabili e soggettivi, ma forse possono aiutare chi vuole lanciarsi nella riscoperta della fotografia analogica a orientarsi in questo mondo temibile, dove i “professori” che sanno tutto di tutto hanno a disposizione uno strumento temibile, Internet, attraverso il quale dispensano il loro sapere spesso con modi poco coinvolgenti per il neofita, che si sente respinto dal tecnicismo e dal gergo specialistico.
E allora iniziamo.
#1
Una parola anche sulle macchine point-and-shoot: si tratta di apparecchi automatici che scelgono l’apertura e il diaframma. Al fotografo non resta che inquadrare… L’autonomia in questo caso è ben poca, ma il vantaggio è che queste macchine costano ancora meno, spesso hanno un design particolare (Olympus XA) e alcune hanno ottiche di grande qualità. E sono facili e divertenti da utilizzare.
#2
Esposimetro
Non tutte le macchine a telemetro hanno un esposimetro integrato (che serve a misurare la luce per esporre correttamente l’immagine): in questo caso non compratelo – almeno all’inizio – ma usate la “sunny rule” o scaricatevi sul cellulare un’app come light meter. Se la vostra telemetro ha l’esposimetro integrato, non è detto che questo sia ancora funzionante. Quelli al selenio per esempio tendono a deteriorarsi con il tempo a causa dell’esposizione alla luce. Se avete preso una reflex è probabile che abbiate l’esposimetro integrato. Anche in questo caso non è detto che funzioni: confrontatelo con l’eposimetro che c’è sul vostro cellulare prima di scattare. Se poi volete comprare un esposimetro, anche qui l’ex URSS ci dà qualche soddisfazione: potete per esempio procurarvi su ebay uno Sverdlovsk 4.
#3
Pellicola
Una volta che avete la vostra macchina, è arrivato il momento di procurarvi la pellicola. Andate sul sito di un rivenditore affidabile. Io compro su Fotomatica o Ars-Imago. Le possibilità sono numerose: qui vi parlerò solo del bianco e nero, perché mi piace di più e perché lo sviluppo dei negativi può essere fatto più facilmente, economicamente, ecologicamente e in casa, come vedremo più avanti. Personalmente prendo da anni pellicole Foma, che mi piacciono e costano meno delle altre. Se volete risparmiare sulla pellicola, il mio consiglio è quello di comprarla in bobine da 35 metri e caricarvi i rullini: oltre che per una questione economica questa soluzione è interessante perché vi permette per esempio di decidere il numero di pose per ciascun rullino.
Per usare la pellicola in bobina avete bisogno di una bobinatrice (50-60 euro su ebay) , dei caricatori vuoti e una camera oscura portatile (50-60 euro su ebay) che serve a inserire la bobina nella bobinatrice senza esporla alla luce. La camera oscura portatile (una specie di sacco a forma di t-shirt, nera) vi servirà in seguito anche per lo sviluppo della pellicola.
#4
Lo sviluppo dei negativi
Avete scattato le vostre fotografie, ora volete sviluppare i negativi per poi stampare le immagini o conservarle in formato digitale. Buone notizie: potete fare tutto questo in casa, senza passare per un laboratorio, risparmiando e imparando qualcosa di nuovo. Per iniziare avete bisogno di un termometro, di una tank per lo sviluppo dei negativi (Jobo è a marca più conosciuta, meno di 50 euro su ebay; Ars-Imago ha messo a punto una tank particolare che permette di evitare il ricorso alla camera oscura portatile), di… soda Solvay (si trova alla Coop), caffè solubile e aspirina in polvere! Con questi tre ingredienti potrete sviluppare i vostri negativi risparmiando sui liquidi di sviluppo, senza usare sostanze inquinanti e con risultati paragonabili: questa tecnica si chiama Caffénol e online trovate migliaia di ricette per produrre il vostro liquido di sviluppo.
E’ facilissimo, ci si mette cinque minuti e l’unico liquido tradizionale che dovrete procurarvi è il fissante: quello è necessario purtroppo, ma non costa molto e può essere riutilizzato varie volte. Una volta preparato il liquido inserite la tank e le pellicole esposte nella camera oscura portatile. Ora dovrete – senza poter vedere quello che fate – aprire i caricatori che contengono la pellicola e inserirli nella spirale della tank; mettere la spirale nella tank e chiuderla. A questo punto potrete lavorare alla luce del sole. Il procedimento vale anche per le pellicole normali: solo che qui dovrete dotarvi di uno strumento (di solito un apri bottiglie) per rompere la capsula e estrarre la pellicola. Siccome anche in questo caso dovete fare tutto al buio, allenatevi prima con una striscia di film usata.
A questo punto siete pronti per lo sviluppo: versate il liquido nella tank e seguite le istruzioni trovate sulla vostra ricetta. Con le pellicole Fomapan 100 di solito impiego 10 minuti, agitando la tank tre volte al minuto. Finita la fase dello sviluppo, sciacquate bene con acqua correte; poi versate il fissante e infine sciacquate bene con acqua. Voilà! ora aprite la tank, srotolate la pellicola e mettetela ad asciugare. Con il tempo e l’esperienza affinerete questa tecnica, che vi darà grandi soddisfazioni.
#5
La stampa
Se non siete dotati di camera oscura (come me) dovrete ricorrere al digitale (per fare tutto in casa) o a un laboratorio. Una volta sviluppati i negativi potete scansionarli con gli scanner piani che forniscono questa opzione: io per esempio ho un vecchio Epson Perfection 2450 che funziona benissimo. Una volta digitalizzati i negativi, potete naturalmente usarli su Internet. Vi consiglio di farvi un account Flickr: questa piattaforma resta la migliore per quantità di spazio offerto e per gli strumenti di pubblicazione. Inoltre è completamente gratuita. Se invece volete stampare fisicamente le vostre foto e non avete una camera oscura, potete ricorrere a una stampante deskjet. Io ho una Canon iP 7250 con cinque colori che su carta fotografica assicura una qualità del tutto paragonabile alle stampe da laboratorio. Inoltre l’uso della stampante deskjet apre una serie di possibilità, grazie per esempio alla stampa su carta da lucido, che può essere usata per stampare “negativi” da utilizzare in alcuni procedimenti di stampa alternativi come il cianotipo, che possono essere realizzati senza bisogno di camera oscura. Per quanto riguarda gli inchiostri per le stampanti, ce ne sono di diverso tipo e la loro scelta esula dal tema di questo articolo, ma troverete facilmente le informazioni sul web.
Goodies
Infine due consigli che possono aiutare a migliorare la vostra pratica e farvi risparmiare:
1. Per gestire le immagini una volta digitalizzate usate software Open source: sono gratuiti e funzionano bene. Io uso Digikam (funziona sia su linux che su Mac e Windows) per ordinare le foto e fare alcune modifiche. Per la postproduzione uso GIMP che è il corrispettivo Open Source di photoshop.
2. Quando siete in giro con la macchina fotografica, dotatevi di un quaderno degli appunti e per ogni scatto annotatevi i dati essenziali: apertura, tempi, soggetto ecc. Sembra una cosa noiosa, ma vi servirà – davanti all’immagine – a capire i vostri errori e a non ripeterli più. Gli appunti di campo erano pratica comune tra i fotografi e sul web si trovano dei templates già fatti, da stampare e che permettono di inserire facilmente i dati di ogni scatto, da portare sempre con sé.