La porta socchiusa – un documentario sull’emigrazione in Svizzera

 

Per molti anni mi sono concentrato nel mio lavoro di ricerca sull’emigrazione italiana in Svizzera, alla quale ho dedicato numerosi saggi e volumi.

Per la Fondazione Museo storico del Trentino ho dato vita a un progetto su questo tema che ha portato a un convegno internazionale i cui atti sono stati riuniti in un volume intitolato “Archivi migranti: tracce per la storia delle migrazioni italiane in Svizzera nel secondo dopoguerra” .

Il progetto prevedeva anche la produzione di sei brevi documentari dedicati alla emigrazione italiana e trentina a Winterthur, città svizzera poco distante da Zurigo e centro industriale di grande importanza. Il ciclo di documentari, andati in onda su History Lab, il canale TV del Museo storico del Trentino, si intitolava “La porta socchiusa”.

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La voce della lotta Sami per l’uguaglianza

Un vinile, un canto, una donna in lotta per il suo popolo

La voce nuda ha un potere di fascinazione immenso, soprattutto se è circondata da un sapore di antico, di popolare, di qualcosa che arriva da lontano e da non si sa chi.

Ascoltare questo genere di musica, spogliata di tutto, ridotta a un richiamo, a un ritmo, all’imitazione della natura può essere appagante quanto ascoltare gli accordi intricati del pianoforte in un brano jazz.

La differenza è che a produrre quei suoni non è uno strumento maneggiato da un musicista allenato ma una persona comune, che nel momento in cui canta, magari in modo impreciso un vecchio motivo, si carica di qualche cosa che rimanda a qualcos’altro; la sua è una voce distante che strappa al passato una piccola e modesta vibrazione per portarla qui, oggi, sul mio giradischi.

E’ una trance uditiva, un paradosso temporale che lega due momenti incommensurabili attraverso la trama di una voce.

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Lavis d’inverno

Lavis la sera, d’inverno, sembra un paese vuoto. Poca la gente per strada e anche le luci nelle case. Molti negozi hanno le serrande abbassate e l’impressione per il visitatore arrivato lì per caso è che Lavis sia svuotato, privo di energia, battuto dal vento freddo che soffia tra le strade strette del nucleo storico.
Passeggiata per immagini dall’Avisio alla parte più caratteristica del paese.

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Malcesine

Dei ritrovamenti nel 1924, di tombe e lapidi con iscrizioni latine inneggianti la dea Iside, designarono gli Etruschi come primi abitanti del luogo.

Probabilmente colonie provenienti dal sud e dirette verso le Alpi. Scavi singolari, camere sepolcrali edificate secondo abitudini etrusche, sono presenti anche nello scoglio sul quale si erge il castello. Forse da lì l’origine del nome. “Males scilices”, scoglio dei morti, è la definizione che l’arcidiacono Pacifico diede al paese nel 844 d.C.

Fare i conti con il padre nello spazio

Bellissimo e malinconico, Ad Astra non è un film sulla conquista dello spazio ma sui rapporti tra gli esseri umani

“Ad Astra” è un film bellissimo e malinconico, dove la fantascienza come macchina metaforica dà il suo meglio: non è un film sulla conquista spaziale, ma sui rapporti tra gli esseri umani e sui fili invisibili ma tenaci che ci tengono legati gli uni agli altri; le emozioni, l’affetto, l’amore.

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“Un manipolo sparuto” – Terlago

Tredicesima partita
da “Il canzoniere”, Umberto Saba

Sui gradini un manipolo sparuto
si riscaldava di se stesso.
E quando
– smisurata raggiera – il sole spense
dietro una casa il suo barbaglio, il campo
schiarì il presentimento della notte.
Correvano sue e giù le maglie rosse,
le maglie bianche, in una luce d’una
strana iridata trasparenza. Il vento
deviava il pallone, la Fortuna
si rimetteva agli occhi la benda.
Piaceva
essere così pochi intirizziti
uniti,
come ultimi uomini su un monte,
a guardare di là l’ultima gara.

———

Un giorno di pioggia a Terlago per seguire il figlio su e giù per il campo a correre vanamente alla ricerca di un gol.