Luce, neve, sistema zonale. Una gita in Bondone

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La neve è sempre problematica per un fotografo: l’esposimetro tenderà a dirci di chiudere il diaframma o diminuire i tempi di esposizione proprio a causa della sua forte luminosità. Ma in questo modo rischiamo di sotto-esporre le zone della foto più scure.

Per cercare di esporre al meglio le immagini che potete vedere in questo post ho provato a fare ricorso al sistema zonale, messo a punto da Ansel Adams. O almeno ci ho provato.

Il bello di questo sistema è che ci aiuta a capire il meccanismo di funzionamento dell’esposimetro: quando misuriamo la luce proveniente da una zona della scena che vogliamo fotografare, esso ci restituisce dei valori di apertura e tempo di otturazione che fanno riferimento a un grigio al 18%. Per capirci (e se io stesso ho capito bene): se misuriamo con l’esposimetro la luce riflessa dalla neve, l’esposimetro ci restituirà valori di esposizione che produrranno sull’immagine finale una neve dalla sfumatura simile a un grigio 18%, quello che potete vedere nella figura qui sotto in posizione V, secondo la scala messa a punto da Ansel Adams.

Ma il grigio al 18% non è la vera sfumatura della neve e in oltre se impostiamo l’esposizione con i valori forniti dall’esposimetro tutto quanto è più scuro della neve (dunque quasi tutto) verrà più o meno sottoesposto.

E’ qui che il sistema zonale ci viene in aiuto: secondo lo schema di Adams la neve è nella VII posizione, quindi vuol dire che rispetto alla lettura dell’esposimetro, il diaframma va aperto di due stop almeno.

In questo modo la neve sarà molto chiara (come deve essere) ma anche il resto del paesaggio sarà esposto in modo da essere leggibile.

Io ci ho provato durante una gita con gli sci di fondo sul Monte Bondone (la montagna di Trento) passeggiando alle Viote, un bellissimo biotopo, dove d’estate non è raro incontrare l’orso.

Avevo con me la mia Canon 7 rangefinder, con rullino Fomapan 100 e obiettivo Jupiter 35mm.

La lettura dell’esposimetro mi dava, a 1/125, un valore di apertura di 11 (V posizione) per la neve, che era l’elemento prevalente delle inquadrature. Seguendo le indicazioni del sistema zonale ho quindi aperto di due stop a 5,6, per portare la neve in VII posizione.

Il risultato forse non è ottimale ma mi pare che le foto siano più o meno ben esposte.

Quello che è certo è che il sistema zonale invita a essere coscienti di come lavora l’esposimetro, a pensare la luce prima dello scatto e ad applicare le giuste correzioni.

I negativi sono stati sviluppati in casa con Caffènol e scansionati a 2400 dpi.